NO storia di un rifiuto
(note dell’autore)
NO è il tentativo di dare voce a seicentomila soldati che, senza accordi prestabiliti, hanno, a rischio della loro stessa vita, detto NO al nazifascismo e gettato le basi per una nuova Italia, la cui sintesi è nell’Articolo n. 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
NO è una sfida lanciata alla storia, ripercorrendo le vicende che hanno portato alla seconda guerra mondiale, la catastrofe più grave nel cammino dell’umanità: 55 milioni di morti, 40 milioni solo in Europa, più di metà civili.
NO è anche un voler chiedere perdono alle innumerevoli vittime provocate dagli italiani nella folle corsa alla conquista di altri territori.
NO è una storia dimenticata che voglio raccontare vagando sulle tracce di mio padre, militare italiano internato nei lager tedeschi dal 14 settembre del ’43 al 6 aprile del ’45, quando fu liberato dalle truppe canadesi nell’ospedale di Füllen, famigerato campo della morte.
È uno spettacolo-cantiere della memoria collettiva, teso più a restituire immagini che sentenze, che ripercorre la storia italiana dal fascismo al dopoguerra, narrando fatti spesso ignorati o toccati marginalmente dai libri di testo, attraverso filmati, immagini e oggetti.
NO è la conclusione di un viaggio alla ricerca del padre che inizia dalla soffitta di casa per poi esplorare gli anni bui del fascismo fino al suo tracollo e infine interrogarsi sul senso profondo di appartenenza a un popolo, del sentire su di sé un’eredità scomoda con la quale è necessario fare i conti, assumersi quindi la responsabilità di essere italiani.
È infine la consapevolezza che l’altra resistenza, la resistenza senz’armi di seicentomila soldati, può indicare agli italiani di oggi un modo per uscire dal buio morale e materiale in cui brancolano.
“Dobbiamo restare con i piedi per terra: su questa terra che vedete, con il suo fango, con le sue buche, con le sue pietre; se vogliamo un fiorellino in questa desolazione dobbiamo piantarcelo con le nostre mani e coltivarlo con il nostro amore”.
Discorso del col. Pietro Testa ai soldati, lager di Wietzendorf.
Locandina
Testo e interpretazione: Giacomo Vallozza
Regia: Giancarlo Gentilucci
Luci, Video e Suono: Daniela Vespa
Foto di scena: Paolo Porto
Dove e quando
Gessopalena, Teatro Comunale Gennaro Finamore – 26 gennaio 2023
Pratola Peligna, Teatro Comunale D’Andrea – 27 e 28 gennaio 2023
Pescara, Cinema Teatro S. Andrea – 18 novembre 2022
Lussemburgo, Centre Culturel Altrimenti – 29 aprile 2022
Vasto – 25 aprile 2022
Lonigo, Teatro Comunale – 23 aprile 2022
Loreto Aprutino, Teatro Comunale Luigi De Deo – 27 gennaio 2022
Pescara, Scuola Media – 28 gennaio 2020
Penne, Chiostro San Domenico – 6 settembre 2019
Montebello di Bertona (PE) – 24 aprile 2019
Verona, Palazzo della Gran Guardia – 28 gennaio 2019
Padova, Centro Culturale San Gaetano – 21 aprile 2018
S. Giovanni in Persiceto (BO), Cineteatro Fanin – 29 gen 2018
Altavilla Silentina (SA), Auditorium Comunale – 27 gen 2018
Sulmona, Teatro Comunale Maria Caniglia – 23 gennaio 2018
L’Aquila, Palazzo Fibbioni, 25 aprile 2017
Sonnino (LT), Teatro I.C. Leonardo Da Vinci – 24 febbraio 2017
Pordenone, Auditorium Concordia – 30 gennaio 2017
Pordenone, Bastia del Castello di Torre – 28 gennaio 2017
Calcara (BO), Teatro delle Temperie – 27 gennaio 2017
Lanciano, Teatro Le Caltapie – 26 gennaio 2017
Atri, Teatro Comunale – 18 marzo 2016
Sant’Omero (TE), Sala Marchesale – 28 gennaio 2016
Giulianova, Centro Socio-Culturale Annunziata – 27 gen 2016
L’Aquila, Ridotto Teatro Comunale – 20 luglio 2015
San Vito Romano (RM), Teatro – 22 maggio 2015
San Demetrio ne’ Vestini, Nobelperlapace – 14 maggio 2015
Città Sant’Angelo (PE), Teatro Comunale – 21 aprile 2015
Loreto Aprutino (PE), Supercinemateatro – 4 febbraio 2015
Loreto Aprutino (PE), Castello Chiola – 21 dicembre 2014 (anteprima)