Ismene, sorella di Antigone, si muove da sola in uno spazio scenico che evoca la propria dimora, la città di Tebe ma, soprattutto, un proprio spazio intimo.
Il personaggio pensa a sé stessa, al rapporto con ciò che la circonda e al rapporto con la guerra, della quale sembra rendersi conto all’improvviso, attraverso l’esercizio della memoria.
Il testo si sviluppa intorno a quattro temi centrali:
la Guerra, intesa non come conflitto circoscritto e limitato ad una data epoca storica, ma come entità devastante che trova nei secoli modi e mezzi per concretizzarsi;
il Ricordo, ossia il tempo della memoria in cui si celano volti, fatti e sogni appartenenti ad un passato sempre vivo iscritto nella nostra storia personale;
la Libertà, in cui si ritrovano le nostre ribellioni, i conflitti interiori, il bisogno di sentirsi slegati da vincoli di potere, controllo e possesso;
il Silenzio, la stasi, l’afonia dell’anima, tutte le parole taciute e tutto ciò che nella vita individuale c’è di più segreto, che al mondo può apparire misero, piccolo e ridicolo, ma che alla fine costituisce la parte più vera di noi stessi.
Locandina
Ismene Patrizia Bellezza
regia, scene e costumi Giancarlo Gentilucci
musiche Luigi Pizzaleo
drammaturgia Silvia Cacciatore
disegno luci e aiuto scenografo Daniela Vespa
aiuto costumista Agnese Cattani
tecnico del suono Luigi Rubei
voce Ismene bambina Adriana Bonanni
consulente letterario Roberto Tinti
produzione e distribuzione Arti e Spettacolo, L’Aquila