Dedicato a Miguel Racua e Alberto Brailovsky
[…]
eccoli con il mento sul petto,
con le spalle contro lo schienale,
con la bocca sopra un pezzetto
di pane unto, masticando male,
miseri e scuri come cani
su un boccone rubato: e gli sale
se ne guardi gli occhi, le mani,
sugli zigomi un pietoso rossore,
in cui nemica gli si scopre l’anima.
[…]
Tu ti perdi nel paradiso interiore,
e anche la tua pietà gli è nemica.
Pier Paolo Pasolini – La terra di lavoro, 1956 (da Le ceneri di Gramsci)
L’11 Settembre 2008 nel Pando, regione della giungla boliviana, si è consumato un massacro di contadini. A fine giornata i morti accertati erano 11, centinaia i feriti da armi da fuoco e decine le persone scomparse (tra cui diverse donne e bambini) alle quali nessuno finora ha restituito un nome, un volto, una storia.
Per testimoniare quel tragico momento della storia della Bolivia ho realizzato un documentario, la cui lavorazione è durata un anno e mezzo, e sto preparando un libro che ricostruisce l’accaduto.
In questo lavoro teatrale non cerco di fare “controinformazione” ma mi occupo d’altro, di qualcosa che forse è racchiuso nei versi di Pier Pasolini Pasolini citati in apertura.
Qui, in questa parte del mondo, a chi importa dei contadini boliviani?
Ma questa mia “pietà che è loro nemica”, e che ai più risulta indifferente, è il legame che mi unisce a una terra in cui ho vissuto per vent’anni, e da cui forse mi sto congedando.
Dietro il “pietoso rossore in cui nemica gli si scopre l’anima” c’è l’umanità che mi obbliga sempre a guardare le macerie delle guerre combattute altrove, che chiede conto delle private macerie nascoste fra quattro mura, e mi accomuna ai derelitti ai quali sento ogni giorno di più di appartenere.
Mi appartiene il dolore degli altri quanto il mio dolore non appartiene a nessuno.
Da questa coscienza di assoluta inutilità nasce Albero senza ombra, che indaga sogni, solitudini, storie ricostruite e reinventate di esseri umani che il sonno pesante del benessere relega in un mondo distante, e che invece sono il rovescio della moneta che tutti consumiamo.
Cesar Brie
Locandina
Testo, Regia e Interpretazione: César Brie
Musiche: Pablo Brie e Manuel Estrada
Scene e Costumi: Giancarlo Gentilucci
Luci: César Brie, Marco Buldrassi
Assistente alla regia: Gianfranco Berardi
Foto:Paolo Porto
Tecnico luci: Marco Buldrassi